giovedì 15 marzo 2012

A parte la solidarietà nei confronti dei nostri connazionali, a tutt'oggi, ancora nelle mani di sequestratori, banditi, predononi e fanatici religiosi (penso sempre che la religione sia solo un paravento, più precisamente  lo strumento di indottrinamento di povera gente, indotta per fame, sopprusi e mancanza di libertà e benssere, da parte di pseudi leders religiosi, che dispensando versetti e denari, coltiva il seme dell'odio per i propri interessi di potere sulle masse e sui governi), c'è da fare comunque una distinzione netta. I nostri due marò non sono prigionieri di bande selvaggie, no SONO DETENUTI DA UNO STATO che per i propri sporchi giochi elettorali, raggira ogni regola del Diritto Internazionale e continiua a disattenderle, ma quel che è più grave ....chi ha gestito l'operazione, la Farnesina (unità di crisi), che faceva mentre la nostra nave lasciava le acque internazionali e dirigeva verso quelle indiane (premetto che anche il Comando generale delle Capitanerie di porto nella sua sala all'EUR ha il controllo di tutto il naviglio civile italiano che naviga nel mondo è sa in qualsiasi momento la rotta in essere) e il nostro Ministero della Difesa, com'è possibile che due militari che hanno appena condotto un'azione (sempre che abbiano veramente sparato, visto che i militari dicono il contrario), siano stati comandati da un armatore e lasciati senza una catena di comando, senza un supporto comando e logistica, perchè non sono stati evacuati immediatamente da altre unità navali militari nella zona, anche alleate o cooperanti nell'antipirateria, perche in Italia quando si parla di militari, accidentalmente nessuno se ne occupa con lo zelo e la precisione dovuta, perchè in Italia lo ZELO ESISTE SOLO PER AUMENTARE TASSE E COSTI DEL CARBURANTE e mai per gestire delle crisi che riguardino unità militari, si potrebbe fare un elenco senza fine di operazioni andate malissimo per scarsa pianificazione, mancanza di risposte dai servizi, poca chiarezza, come in questo caso di regole e norme tra gli armatori e militari. Assurdo dei civili che devono gestire la crisi secondo gli interessi del capiale, l'armatore in questione pare avesse particolari interessi con l'India, interessi ovviamente commerciali.....non è plausibile tutto ciò, perchè non mettere contractors a bordo....forse che così facendo lo Stato che batte cassa spera di pagare gli stipendi alle proprie FF.AA., con contrattti del genere per poi neppure saper gestire un'operazione.
E che dire dei nostri SERVIZI in Nigeria, i nostri interessi nazionali, che tutela hanno, i nostri operatori di pace (anche civili), i nostri ingegneri, le nostre aziende all'estero, come vengono tutelati dai nostri servizi, la rete degli agenti in Africa fa acqua da tutte le parti, non è credibile, prova ne è che neppure i servizi alleati, FORSE, si fidano o comunque è in atto una guerra fredda anche tra paesi europei per il controllo delle risorse africane dove noi italiani, ancora purtroppo non abbiamo capito come muoversi, ricordo che nei governi Italiani di 20 anni fà, quando i nostri interessi in africa e in medio oriente erano tutelati alcuni senatori avevano la delega proprio all'africa, per l'analisi delle condizioni geo politiche in quei paesi. Oggi il nulla....forse sarebbe il caso che l'Italia rivedesse alcune posizioni, abbiamo già perso la faccia in Libia e non solo quella, forse anche qualche contratto miliardario (o milionario visto l'euro)...penso proprio che un governo non sia solo un buon governo se mette tasse e risana un bilancio col sangue dei soliti cittadini, ma se riesce anche a tutelare i propri interessi al di fuori dei propri confini nazionali, da li arrivano anche un bel pò di quattrini e anche altro...che ne dite ?

(Fonte Virgilio - pezzo de "Il Sole 24 Ore")
Emerge un nuovo aspetto nella vicenda dei due fucilieri italiani attualmente in carcere in India. La nave con a bordo i due militari è entrata nel porto di Kochi per un «sotterfugio della polizia locale», che aveva chiesto alla nave di dirigersi nel porto «per contribuire al riconoscimento di alcuni sospetti pirati». Lo ha chiarito il ministro degli Esteri Giulio Terzi in un'informativa al Senato (domani ci sarà un'informativa del ministro alla Camera). «Una volta che la nave era in banchina, le autorità indiane hanno compiuto «azioni coercitive» nei confronti dei due marò «per farli scendere a terra».
Il Governo si è opposto
«Non appena il mercantile Enrica Lexie è arrivato al porto di Kochi, «ci siamo opposti» alla discesa a terra dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha spiegato il ministro. Terzi ha poi riferito anche sul caso Lamolinara. Nel corso del recente incontro a Copenaghen, ha affermato, il ministro degli Esteri britannico William Hague ha assicurato della «non intenzionalità» della decisione di Londra di non avvertire in anticipo Roma dell'avvio del blitz in Nigeria per liberare Chris McManus e Franco Lamolinara. La decisione britannica, ha spiegato il ministro , è stata determinata dalla «situazione sul terreno» e non «per timore» da parte britannica che «da parte nostra ci si sarebbe opposti al blitz». Intanto l'Italia ha «provveduto a richiedere un rapporto circostanziato anche al governo nigeriano, quale Paese dove è avvenuta l'operazione».
Sul caso Lamolinara il Governo punta su totale trasparenza
Il Governo, ha aggiunto Terzi, ha la «forte volontà» di procedere in «totale trasparenza» e «nelle sedi opportune» sulla morte dell'ingegnere Franco Lamolinara, condividendo le informazioni con il Parlamento. Il ministro ha ricordato che i rapitori di Lamolinara non erano una banda di criminali ma una costola di terroristi legati al gruppo Boko Haram. Il premier britannico David Cameron , ha concluso Terzi, ha scritto alla vedova per esprimere il suo cordoglio e il suo «rammarico».
Il ministro della Difesa inglese: Roma avvisata a operazione in corso
Terzi ha ricordato che la prima comunicazione della Gran Bretagna al governo italiano sul blitz anglonigeriano in cui è morto Lamolinara è arrivata alle 11.30 dell'8 marzo, quando l'operazione era già in corso. La tempistica è stata confermata a Londra dal ministro della Difesa britannico Philip Hammond: «il nostro ambasciatore a Roma - ha ricordato - avvisò il governo italiano che un'operazione di salvataggio era in corso».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-12/dalema-caso-lamolinara-operazione-191140.shtml?uuid=AbDaiw6E

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-13/denuncia-ministro-terzi-maro-170433.shtml?video&uuid=AbOYqK7E

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