mercoledì 30 marzo 2011

OGGI PIU' CHE MAI GRANDE IMPORTANZA VIENE DATA A COMBAT TRAUMA FIRST AID, EVOLUTO IN TCCC...
ORGOGLIOSO DI AVER SERVITO LA PATRIA
NELLA
FOLGORE

(fonte Virgilio.it)

La svolta di Londra: Esilio a Gheddafi e armi ai ribelli

Obama: Alla fine rais cederà. Intanto i combattenti arretrano. Entourage del Raìs apre alle trattative

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Roma, 30 mar. (TMNews) - Esilio per Muammar Gheddafi. Dopo dieci giorni di bombardamenti e un incessante lavorio diplomatico, la comunità internazionale riunita a Londra valuta l'ipotesi di una via di uscita per il colonnello. Una soluzione avanzata da Londra, ben vista da Roma e accolta senza riserve anche da Washington. Il colonnello "alla fine" potrebbe cedere alle pressioni militari e lasciare il potere, ha ammesso questa notte l'inquilino della Casa Bianca, Barack Obama, che non ha escluso l'ipotesi di fornire armi all'opposizione libica.

Secondo quanto riferito dalla tv a-Jazeera e dall'inviato del "Guardian" sul blog online, le truppe di Gheddafi, grazie anche ai rinforzi fatti arrivare a Sirte negli ultimi giorni, stanno costringendo i ribelli a perdere le posizioni conquistate nelle ultime 48 ore. Lasciata Ben Jawad per ripiegare a Ras Lanuf, importante centro petrolifero, i ribelli avrebbero deciso di proseguire nella loro fuga a est. Le forze lealiste, infatti, sono ormai vicine alla città, che potrebbe presto essere bombardata. L'impressione, secondo l'inviato del "Guardian", è che Ras Lanouf sia ormai vulnerabile.

Intanto, "ci sono segnali che la gente vicina a Gheddafi stia cominciando a pensare al futuro", ha detto una fonte qualificata al New York Times. Non è ancora un negoziato, fa sapere. Ma l'entourage di Gheddafi potrà parlare a breve con l'inviato delle Nazioni Unite in arrivo a Tripoli, il giordano Abdelilah Mohammed al-Khatib. Ufficialmente la missione è quella di mediare tra il governo e i ribelli con la benedizione della comunità internazionale, ma non è difficile immaginare che i gerarchi in cerca di una via di uscita possano discutere del finale della partita con un diplomatico arabo.

Al-Khatib potrebbe consegnare anche la proposta di esilio per il colonnello, emersa durante la riunione di ieri a Londra. Anche se non è chiaro cosa potrebbe accadere nel caso in cui Gheddafi accettasse. Nessuno ha finora indicato la disponibilità a ricevere un ospite tanto scomodo. Due i possibili candidati: il Venezuela di Hugo Chavez, principale alleato del colonnello in America Latina; lo Zimbabwe di Robert Mugabe. Già a febbraio le voci di partenza imminente del colonnello per lo Zimbabwe si erano rincorse, per poi scomparire nella foga dei combattimenti.
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martedì 29 marzo 2011

Roma, 29 mar. (TMNews) - Il leader libico Muammar Gheddafi è pronto a lasciare la guida del Paese a condizione che sia il figlio Saif al Islam a prendere il suo posto. Stando a quanto riferito da una fonte "ben informata" libica al quotidiano Asharq Al Awsat, Saif avrebbe già avuto una serie di incontri con funzionari britannici, francesi, americani e italiani per discutere l'ipotesi di sostituire il padre per un periodo di transizione di due e tre anni, garantendo in cambio il cessate il
fuoco e l'avvio di negoziati con i ribelli.

Il periodo di transizione sarebbe necessario per avviare il processo di democratizzazione del Paese, sottolinea il quotidiano. Il secondogenito di Gheddafi avrebbe anche chiesto garanzie per il padre e la sua famiglia da un eventuale processo. Abdul Monem al-Houni, portavoce del Consiglio di transizione libico creato dai ribelli a Bengasi, ha dichiarato al quotidiano panarabo che la proposta di Saif di sostituire il padre non è altro che un tentativo di guadagnare tempo e di raggirare l'opinione pubblica.

Oggi il colonnello ha chiesto al gruppo di contatto che si riunisce a Londra di mettere fine "all'offensiva barbara" in Libia e nello stesso tempo ha aperto alla possibilità di una trattativa ma gestita dall'Unione africana anche sull'ipotesi di esilio: "Lasciate che sia l'Ua a gestire la crisi, la Libia accetterà tutto quello che l'Ua deciderà", ha dichiarato il Raìs.

"Lasciate la Libia ai libici, state eseguendo un'operazione di sterminio, state distruggendo un popolo che viveva in pace e in sicurezza, state per distruggere un paese in corso di sviluppo", ha aggiunto il colonnello paragonando l'operazione militare alleata in Libia alla campagna di Hitler in Europa.


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lunedì 28 marzo 2011

Continuano gli attacchi dei caccia bombardieri della "Coalizione dei Volenterosi"....si Volenterosi di impossessarsi dei contratti petroliferi...
Le forze leali a Muammar Gheddafi hanno fermato l'avanzata verso Sirte dei ribelli libici, che, riconquistata l'intera zona petrolifera della Cirenaica, puntano decisi verso ovest. Sirte è una città chiave per gli insorti, per l'importanza simbolica - è la città natale di Gheddafi - e quella strategica, perché toglierebbe dall'isolamento Misurata, unica città dell'ovest in mano ai ribelli. Anche se le ultime notizie fornite dal regime - e non confermate dall'opposizione -indicano che la città è tornata sotto il controllo governativo. Sul fronte diplomatico, intanto, alla vigilia del summit di Londra, Francia e Gran Bretagna hanno ribadito che Gheddafi deve lasciare subito il potere. Le forze di Gheddafi hanno fermato l'avanzata dei ribelli libici a Harawa, a circa 60 chilometri da Sirte. Lì si sono verificati violenti scontri tra le opposte fazioni, secondo la testimonianza di alcuni giornalisti francesi. La colonna dei ribelli è caduta in un'imboscata che ha provocato alcune vittime. I soldati del Raìs avrebbero inoltre ripreso il controllo di Misurata, terza città libica, 210 chilometri a est di Tripoli. Secondo le autorità, le "truppe hanno messo fine alla loro offensiva contro i ribelli e la sicurezza in città è stata ristabilita". Le autorità avrebbero poi decretato un nuovo cessate il fuoco, che continua però a essere infranto, secondo quanto riportato dagli insorti. Intanto, la Nato ha assunto il comando delle operazioni; Le forze impegnate nell'operazione 'Unified Protector' stanno agendo in Libia con l'unico obiettivo di "prevenire attacchi ai civili" e per "aiutare" la popolazione libica. E' quanto ribadito più volte nel corso di una conferenza stampa a Napoli dal generale di divisione Charles Bouchard, al cui comando è stata affidata l'operazione in corso in Libia. Gli aerei della Nato - ha poi reso noto - hanno cominciato ieri a far rispettare la 'no-fly zone' in Libia. "Ma non abbiamo ancora assunto la piena responsabilità dell'azione della coalizione internazionale" ha poi spiegato il comandante dell'operazione. Sul fronte diplomatico, c'è attesa per il summit a Londra. Alla vigilia del vertice, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il primo ministro britannico, David Cameron, hanno ribadito che Gheddafi deve lasciare subito il potere. In una dichiarazione congiunta pubblicata oggi, i due leader hanno dichiarato che "Gheddafi deve andarsene immediatamente", chiedendo poi al Consiglio provvisorio formato a Bengasi di guidare il processo di transizione. La Russia, intanto - assente, domani, al vertice di Londra - è tornata a criticare duramente l'operazione militare in corso. Secondo il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, L'intervento militare della Nato non rispetta la risoluzione Onu 1973. Pca-San.  (FonteVirgilio.com).                                                                                 
Ritengo che la qustione non avrà durata breve e che i soli bombardamenti serviranno per dividire la Libia per un per pò. Inoltre Francia e Gran Bretagna, continuano a sperare di spartissi il bottino alla fine della "Guerra Lampo"....
 
 
Special Force USA, in Afganistan, ad oggi i presidi di obiettivi sensibili governativi e non, vengono affidati a Società di Contractors, così facendo il personale militare può essere impiegato più massivamente, con maggiore efficacia nelle operazioni di interdizione contro i Taliban. 

Schieramento Avanti...